giovedì 20 settembre 2007

A volte

Le conto in mano, sempre le stesse carte: diciotto cuori e trenta picche, buone solo per andare a casa. Se solo ce l'avessi, una casa, la mia casa.

Non avrà rumori che non attraversino muri, dall'esterno verso l'interno. Nasconderò il respiro e gli altri piccoli scricchiolii del cuore, come solo un esperto di vita delusa sa fare. Nessuno mi vedrà uscire o entrare, nessuno in quell'ascensore.

La tromba delle scale è troppo stretta per servire a. Finestre, sono ormai molti anni che non ne frequento da vicino, dopo quella volta.

Sei cuori e quindici picche, buone solo per saltare giù dal letto. Ad avercelo, un letto, una doccia, un gabinetto. Se mi vedi così, ti prego, non ti spaventare: a volte dormo in macchina.