venerdì 16 dicembre 2011

sala d'attesa

Non sono certo belle sensazioni quelle che si provano nella sala d'attesa di un ambulatorio medico. Ansia, noia per il tempo che si perde, incertezza su quello che ci verrà detto e su quello che dovremo fare, dopo. E più si prolunga l'attesa e più monta il disagio, il malessere, quel senso di "non ancora", "non si sa" che prende alla gola e stringe, soffoca. Ogni minuto che passa è una pietra al collo. Quando finalmente arriva il nostro turno, quasi non ci sembra vero, ci gira la testa e non siamo quasi più in grado di comprendere quello che ci viene detto, che pure è importante per il nostro futuro. Si esce dall'ambulatorio più che frastornati, scossi, svuotati, con quel foglietto in mano su cui c'è scritto il verdetto, a volte la condanna, quasi sempre una pena.

Sono in "sala d'attesa" da qualche giorno, e credo che durerà ancora una settimana. No, nessun ambulatorio, nessuna visita specialistica. Non ancora. Si tratta soltanto del mio futuro lavorativo (o non-lavorativo). Che vuoi che sia. Un uomo a 57 anni può benissimo rifarsi una vita. Dipende se ha soldi oppure se deve elemosinare la sopravvivenza. Senza contare lo stress dell'attesa di conoscere decisioni altrui che sono già state prese e la relativa perdita di tempo.

lunedì 5 dicembre 2011

Futuro

Nel mio futuro non c'è più la parola "futuro". Oggi è il 5 dicembre, e non so dove sarò né che cosa farò il 2 gennaio. Sarà un lunedì. Altro non mi è dato immaginare.

Si possono coltivare sogni, favole, illusioni, ma alla fine quello che conta è la realtà. Siamo immancabilmente incatenati in questa grotta dove Platone ci ha scovati, rivolti verso la parete, col fuoco alle spalle. Ombre, non vediamo che ombre.

Ma non tutti, sai? Qualcuno ha più potere, qualcuno ha il potere di voltarsi verso il fuoco e di guardare in faccia la realtà. Magari può modificarlo, quel fuoco: non spegnerlo, ma indirizzarlo a suo favore. Fino a quando. Nessuno si ritiene veramente responsabile delle proprie azioni, a parte i folli.

E così ritorniamo al nodo iniziale: responsabilità e follia.

sabato 3 dicembre 2011

che fare

Dovrei trovarmi un nuovo lavoro. È più di un anno che dovrei. L'ho cercato, e un po' continuo ancora a cercarlo. Colloqui. Mi guardano strano, come se fossi un pesce fuor d'acqua. Poi arriva il solito "Le faremo sapere, arrivederci", cioè addio.

Da quando è arrivata questa batosta ho cambiato molte cose della mia vita. Alcune erano già cambiate prima, ma non era così pesante sopportare quei cambiamenti. Altra cosa è non avere più casa, nel senso di non avere più la possibilità economica di continuare ad avere una casa. Nella sfortuna, sono stato fortunato: non dormo sotto i ponti. Ma non sono contento.

Mi mancano molte cose, prima fra tutte la serenità. Non ho orizzonti, se non quelli immaginari che mi costruisco per non perire. Non credo che faccia bene alla salute doversi trascinare da un giorno all'altro senza poter credere a un domani, dipendendo dal capriccio di persone incapaci e incompetenti, adulatrici e ipocrite.

Ma sono qui nonostante. Passerà un altro inverno.

lunedì 28 novembre 2011

Ciao Nerio

Un commosso saluto a Saverio Tutino, fondatore tra l'altro dell'Archivio Diaristico Nazionale: ogni blog è una specie di diario, e questo blog lo è in larga misura.

Ricordo in particolare la sua figura di giornalista informato e informatore, che lascia un chiaro segno a chiunque voglia intraprendere questa difficile strada.

Ciao Nerio.

bestialità

essere trattati come le bestie fa incazzare da bestia

giovedì 24 novembre 2011

Traslocato

Ecco qua. Ho traslocato da quella piattaforma là... come si chiama? ah, sì! qualcosa come "spider", "slunder". Insomma, 7 anni della mia vita online. Può darsi che nel trasloco qualcosina sia andato perso, ma chissenefrega. Tanto alle blogfest non ci andavo più da tempo.

domenica 30 ottobre 2011

di ore legali, solari e di altre ore

molti si accorgono del "tempo" soltanto quando una convenzione ci impone di "cambiarlo", seppure di poco

il tempo, quello vero, quello che interessa la natura, è continuamente variabile: scorre a velocità diverse a seconda delle stagioni

c'è un tempo pieno di luce e un tempo prevalentemente buio (un po' meno all'equatore)

c'è un tempo per la crescita, la scoperta, un tempo in cui c'è da imparare più che insegnare

c'è un tempo per la maturazione, che non è mai completa, perché la natura non pretende di essere perfetta, ma funziona molto meglio di altre invenzioni umane

c'è un tempo che dovrebbe essere dedicato al riposo e alla meditazione, per ricaricare le proprie capacità

c'è anche un tempo per lasciasi dietro qualcosa, per avviarsi gradualmente alla conclusione del proprio ciclo vitale

ci dovrebbe essere un tempo riconosciuto per lasciare che le acque si calmino e che il mare dell'esistenza diventi dolce, fino a dissolverci

chi tenta di negare tutte queste forme del tempo, e tante altre che esistono, compie un grave atto contro natura

domenica 9 ottobre 2011

i Numeri Ennesimi

Premessa

Stavolta vorrei proporre un argomento razionale (anzi, "naturale"!): alcune proprietà dei numeri interi positivi (conosciuti in matematica come "numeri naturali").

Non so se le mie elucubrazioni sono originali o se sono già state affrontate da qualcuno. In tal caso, non ne sono a conoscenza: eventualmente, segnalatelo nei commenti.

Ok, messe le mani avanti, veniamo al dunque.

Introduzione

In tutto ciò che segue, "numero" sta per "numero intero maggiore o uguale a zero", ove non diversamente indicato.

i numeri primi
Tutti sappiamo, perché ce lo insegnano a scuola, che esistono i cosiddetti "numeri primi", ma non tutti ricordiamo esattamente che cosa sono. Richiamando il concetto di divisione intera col resto, possiamo definire "numero primo" ogni numero che non abbia altri divisori a parte sé stesso e 1. Per esempio, 6 = 2x3, quindi 6 ha due divisori, 2 e 3 (a parte 6 e 1). Il numero 7, invece, non ha altri divisori che sé stesso e 1, quindi si dice "numero primo". I divisori di un numero diversi da quel numero stesso e da 1 si dicono "divisori propri". Per esempio, 24 ha 6 divisori propri: 2, 3, 4, 6, 8 e 12.

Possiamo quindi affermare che un numero si dice primo quando ha zero divisori propri. Nessun altro numero, a parte 1, lo divide senza lasciare resto.

nuove definizioni
A questo punto mi sono chiesto: e se definissi come "numeri secondi" quelli che hanno esattamente un divisore proprio? Certamente esistono, e sono tutti e soli i quadrati dei numeri primi (fate la prova con numeri piccoli: 4, 9, 25, 49...). Però non mi sembravano molto interessanti.

Allora sono andato avanti, e ho definito "numeri terzi" quelli che hanno esattamente due divisori propri (distinti). Qualche esempio? 6, 8, 10, 14, 15, 21, 22, 26, 27... Uhm... comincia a farsi interessante... Innanzi tutto, vediamo che ci sono tutti i cubi di numeri primi (8, 27, 125...). E poi ci sono quei numeri che sono il prodotto di 2 numeri primi distinti. E niente altro. Tutto questo si dimostra, ma non voglio tediarvi con le dimostrazioni formali.

Inebriato da questi risultati, mi sono lanciato in una definizione più generale:

per ogni n intero maggiore di zero definiamo numeri "n-esimi" (o ennesimi) quei numeri che hanno esattamente n-1 divisori propri distinti


Vedremo che da questa definizione discendono alcune singolari proprietà. Ma per oggi può bastare. Il seguito, come si dice, "al prossimo numero" :)

martedì 20 settembre 2011

Memories

Quando ero piccolo, l'Italia era "paese d'o sole, pizza, mafia, mandolino, ammore, Rodolfo Valentino".

Non è che oggi siamo molto più in là.

lunedì 5 settembre 2011

un mondo perfetto

Quando una cosa è "perfetta" è finita, e quando è finita non esiste più.

lunedì 8 agosto 2011

Terminazioni

Sta quasi per finire. L'anno più brutto di tutta la mia vita, posso dirlo.

Sta per finire un anno, mica il periodo brutto.

sabato 6 agosto 2011

Normali chi?

Se poi considerate che sia normale, che io non sappia dove dormirò la notte del 1° settembre p.v., allora potete anche andare a farvi fottere.

giovedì 4 agosto 2011

Pazienti, fino a un certo punto

Leggo in rete la notizia che una nota casa produttrice di omeopatici avrebbe intenzione di denunciare un blogger italiano per diffamazione. Non mi sorprende. C'è chi si chiede come abbia fatto l'ufficio legale di quella ditta a scovare quel blog. Ho lavorato 9 anni in una multinazionale (del settore "food"), e conosco bene metodi e procedure usati dal marketing per sorvegliare la reputazione del "brand" in rete. Alla peggio, ci sarà stata qualche "segnalazione" da parte di insospettabili "fonti" (figli di dipendenti della società, amici o amanti appassionati della navigazione in rete).

Ciò che mi lascia un po' più perplesso, invece, è la "campagna" lanciata a favore del suddetto blog. Si prospetta la "battaglia" legale fra il tenutario del blog stesso, solo e disarmato, di fronte al colosso industriale. Considerato l'argomento, io penso che quel blogger non avrà difficoltà a trovare uno sponsor adeguato, fra coloro che costituiscono la naturale "concorrenza" della suddetta industria, o forse un'associazione "di categoria". Magari resteranno un po' dietro le quinte, ecco, giusto per non innescare quell'effetto boomerang che l'incauta multinazionale ha provocato a suo stesso danno.

Questi i motivi per cui non intendo aderire alla cosiddetta campagna di solidarietà per il blog in questione.

Per quanto riguarda invece il "business della salute" in generale, l'ho già detto e lo ripeto: ritengo immorale il comportamento di chiunque si metta a lucrare sui problemi di salute dei cittadini. Potrei fare un elenco lunghissimo, ma mi astengo, poiché in quel caso sarei probabilmente accusato di diffamazione, e non avrei certo al mio fianco nessuna "grande potenza" per difendermi.

Basterà ricordare la recente diatriba che ha portato all'aumento del ticket sanitario, a tutto svantaggio dei meno abbienti, basterà ricordare che vengono messi in commercio e prescritti farmaci che "raramente possono essere mortali", basterà ripetere a me stesso che, a causa di medicinali che mi sono stati prescritti, non posso nemmeno bere il classico "bicchiere di rosso" a pranzo e cena, perché rischierei di entrare in coma con ben il 50% di probabilità di salvarmi.

Ci posso scommettere: nessuno lancerà una "campagna" a favore di questo blog, per ciò che ho scritto.

Però sarà bene ricordare a tutti che noi pazienti lo siamo fino a un certo punto.

domenica 24 luglio 2011

Parole

Le parole esistono per essere dette e scritte, non taciute.

Le parole possono far male, distruggere, ma possono anche costruire. Le parole modificano la realtà, quando vengono usate. Tenerle in un cassetto, o nella testa, non serve a niente: aumenta la nostra distanza dalla realtà.

Come sostengo spesso, la realtà ha sempre ragione: e allora possiamo fare qualcosa affinché la ragione della realtà sia più affine a noi, al nostro modo di sentire e di agire. Scrivendo. Parlando. Mettendo fuori quello che ci gira per la testa, anche quello che ci sembra di non saper o poter esprimere.

Le parole possono essere a volte effimere, ma il silenzio è per sempre.

martedì 19 luglio 2011

Siamo noi

Siamo noi, siamo stati noi.

Mio padre progettava televisioni (no, non programmi televisivi, apparecchi televisivi), quegli oggetti infernali che hanno ridotto in semi-schiavitù gran parte della popolazione, e che sono stati il trampolino di lancio e il sostegno per una politica fatta di bugie e fregature. Per non parlare della decadenza del valore della cultura e della morale in genere.

Io mi occupo di software e di reti di computer. Il software è stato per anni la più grande leva per l'aumento del profitto delle aziende: ha permesso di produrre e vendere di più, a minor costo e con sempre meno "personale".

Alla fine, il software ha divorato sé stesso: attività che soltanto dieci anni fa' richiedevano 4 o 5 addetti, oggi si possono svolgere con 1 soltanto, o addirittura con nessuno, aspettando che qualcosa si rompa per poi correre ai ripari.

Di che ci lamentiamo, quindi? siamo stati noi.

sabato 16 luglio 2011

Improvvisamente

Odio le spiagge "attrezzate", con ombrelloni, sdraio, sedie, tavolini, magari anche il bar-tavolacalda e le docce (immancabilmente fredde).

Odio la fauna che le frequenta. Tutta gente rispettabile, famiglie con bambini, coppie, singoli, gruppi.

Mi piace il mare, affrontarlo da solo, lontano dai rumori e dalla plastica, lontano dall'elettricità. Seduto su uno scoglio o coi piedi affondati nella sabbia, per me non fa differenza. Basta essere soli, io e lui.

Mi piace il mare visto dal mare. Sopra un guscio di noce, senza radio e senza navigatore satellitare. Se mi perdo, sono fatti miei.

Mi piace il tramonto sul mare, mi piace il sole che si tuffa dentro.

Mi piace anche la pioggia, acqua nell'acqua, lacrime dolci disperse nel sale.

Improvvisamente.

venerdì 17 giugno 2011

Il Modulo

Quando mi passarono il Modulo, quello con cui si sceglie la Destinazione, non ci pensai due volte e barrai la casella "Essere Umano". Mi avevano detto tutti, lassù, che era bello far parte degli Esseri Umani: si camminava su due zampe, ma non come le galline, si potevano afferrare oggetti con gli arti superiori, ma non come i granchi, e soprattutto si poteva "parlare"! Parlare, parlare di tutte le cose che passavano per la testa. E pure "scrivere": un modo buffo per trasformare quelle "idee" in qualcosa di fisico. Condivisibile. Migliorabile. E anche, perché no, accumulabile e tramandabile ai "posteri".

Quale altro essere vivente si pone il problema dei "posteri": al massimo c'è la cura della prole, per un po', poi ognuno per la sua strada.

Così mi ritrovai a far parte degli Umani. Non che potessi lamentarmi, in verità. Dove mi avevano mandato non c'era la Guerra (era finita da pochi anni), non si soffriva la Fame (solo qualche volta), non c'erano pericolose Malattie Mortali (salvo casi rarissimi).

Passarono gli anni, ma il mio rapporto con gli altri Umani non fu affatto idilliaco. Nel migliore dei casi, li sopportavo. In qualche caso "dovevo" sopportarli. Tutti gli altri li detestavo, in grado più o meno ampio, a seconda della loro vicinanza.

Passarono altri anni, e fui indotto a fidarmi di alcuni di questi Umani. Col senno di poi, non furono buone scelte. Misi tutto nel conto degli "affari dell'esistenza". Dopo tutto, se fossi nato moscerino o pecora, avrei incontrato ben altri problemi.

Alla fine sono qui, seduto sulla riva di questo fiume, lontano il più possibile dalla maggior parte degli Umani, e guardo scorrere immagini che ho già visto, per averle vissute: sogni, illusioni, tragedie, eroismi e viltà, e chissà quante altre cose. Distrattamente, già viste.

Una sola cosa credo di aver imparato: la prossima volta che mi porteranno il Modulo, nella scelta della Destinazione non segnerò la casella "Essere Umano".

lunedì 13 giugno 2011

Il Teorema (Congettura) della Coincidenza

Da molto tempo mi gira per la mente quello che secondo me dovrebbe essere un Teorema. Non avendone trovata una dimostrazione (e, per la verità, nemmeno una formulazione decente) lo chiamerò Congettura della Coincidenza.

Vediamo di spiegarla con un esempio.

Immaginiamo una strada che va da A a B. Immaginiamo 3 veicoli, a, b e c su questa strada: a parte da A e viaggia verso B, b parte da B e viaggia verso A, c parte anche lui da B e viaggia verso A. Ogni veicolo parte in un istante qualsiasi (casuale) e ha una velocità qualsiasi (casuale). La mia congettura afferma che è più probabile che i 3 veicoli si incontrino in uno stesso punto, piuttosto che il contrario. In alternativa, la probabilità che i 3 veicoli si incontrino in uno stesso punto è "molto alta" (non sono ancora arrivato a fissare questo valore che per ora resta qualitativo). Eventualmente si possono porre condizioni restrittive (non troppo banali) alle condizioni iniziali. Osservo che, nella formulazione originale, le velocità dei 3 veicoli non sono necessariamente costanti.

Mi piacerebbe sapere se la mia Congettura è riconducibile a qualche Teorema noto (o Congettura non ancora dimostrata), oppure se è confutabile in base a Teoremi noti.

venerdì 3 giugno 2011

Una modesta proposta

Propongo il "referendum selettivo":

chi vota no a quelli sull'acqua dovrebbe andare a vivere in un posto con l'acqua "privatizzata" (passatemi la semplificazione), gli altri dove l'acqua è "pubblica";

chi vota no al quesito sul nucleare dovrebbe andare a vivere vicino alle costruende centrali, mentre gli agli altri dovrebbe essere agevolato vivere in zone "denuclearizzate" (e non raggiungibili da un eventuale fallout);

per quanto riguarda il legittimo impedimento, se fossi una di quelle cariche e avessi problemi pendenti con la giustizia, potrei pensare di votare no.

Ma purtroppo in Italia il risultato dei referendum vincola anche chi è contrario all'opzione vincente, come nelle assemblee di condominio!

domenica 29 maggio 2011

Un post di fantasia

Voglio fare un esercizio di pura fantasia: ogni eventuale riferimento a fatti e/o persone realmente esistenti è puramente casuale.

Immaginiamo che io sia un fotografo. No, non un fotografo famoso, un semplice modesto professionista come tanti, che cerca di sbarcare il lunario con servizi fotografici ai matrimoni e alle cerimonie private in genere.

Immaginiamo che io abbia un figlio piccolo, da portare all'asilo, e che abbia messo in macchina, oltre al pargolo, un importante rullino fotografico da sviluppare in laboratorio: un bel servizio fotografico, da cui mi aspetto una discreta sommetta.

Immaginiamo inoltre che, giunto all'asilo, io parcheggi la macchina sotto il sole e accompagni il pargoletto fino dentro. All'asilo mi fermano, c'è da discutere una cosa importante con altri genitori e insegnanti. Avevano avvertito di questo, ma non me ne ero ricordato. Ho talmente tante cose da fare, che star dietro a tutto diventa un'impresa, a volte! Va bene, mi fermo. Tutto sommato, aprirò il negozio un po' più tardi... Il rullino! Cazzarola! Il rullino che ho lasciato là in macchina, sotto al sole, finirà per rovinarsi e io perderò soldi e cliente! Chiedo scusa agli altri partecipanti alla riunione, esco, recupero il prezioso rullino e torno. Cinque minuti in tutto, e una distrazione potenzialmente dannosissima è stata neutralizzata.

Finita la riunione, vado al lavoro, sviluppo il rullino: tutto a posto. Il servizio fotografico è quasi pronto. Domani farò la stampa, confezionerò l'album scelto dal cliente e lo contatterò per il ritiro (e il sospirato pagamento!).

La sera, tornato a casa, fantastico su quello che mi è successo in mattinata e penso: e se mi fosse successo il contrario, se avessi dimenticato il pargolo in macchina sotto al sole... Ma certo! me ne sarei reso conto nel giro di qualche minuto e...

(Fine della fantasia.)

mercoledì 11 maggio 2011

Quattro anni

Molto è cambiato da quell'11 Maggio 2007. Non c'è il Lago, anche se è vicino. Ci sono i pioppi, ma non sono "quei" pioppi. La Vita ha condotto i suoi giri in maniera incomprensibile e incontrollabile.


Solo una cosa è rimasta uguale: l'Amore.


Solo una persona sa di che cosa sto parlando: Tu.

sabato 23 aprile 2011

Come un SMS

Ciao, mi senti? anzi, mi leggi? Ma certo, tu sei Onnipotente!


Volevo dirti, in questi giorni in cui molti umani ti festeggiano... Mi sei sembrato piuttosto distratto, negli ultimi 2 o 3 millenni. Vabbè che c'hai un sacco di cose da fare, ma quello spottone pubblicitario per una casa automobilistica, ai tuoi ghost writers potevi pure correggerlo! "Fiat lux": ché poi quelli fabbricano automobili, mica lampadine!


E poi tutta quella Fisica così complicata: gli elettroni, evvabbè, quelli servono a far funzionare i computer. Ma i neutroni? a che accidente servono i neutroni? Ah, dici per fare gli isotopi? Bella roba! Lo sai che molti isotopi sono radioattivi? E i neutrini? Che sono? La versione castrata dei neutroni? Bah! E i quark? Un altro spottone per il CICAP e Piero Angela: quanto ti hanno pagato? Ah, è vero, i soldi non ti toccano.


Lasciamo perdere il vecchio discorso sul dolore, le guerre e le malattie, se no ricominci con il pippone della sofferenza che purifica e nobilita l'uomo.


Di una cosa volevo, sinceramente, ringraziarti: di averci donato il senso del ridicolo. Una sana risata ci salverà. Ma non tutti, perché a quanto vedo alcuni sono incapaci di prenderla a ridere. Peggio per loro.

venerdì 8 aprile 2011

Come

Come quando fuori non piove, come quando la Primavera mette in scena il meglio di sé.


Sere infinite compensano giorni interrogativi. Notti piene di stelle.


Altro non serve.

giovedì 31 marzo 2011

credo

credo nel sole, che torna anche dopo molte giornate di pioggia, e comunque sta lassù anche quando non lo vediamo (riminiscenza di viaggi in aereo); credo nella bontà, perché vale sempre la pena, anche quando qualcuno se ne approfitta o ti prende in giro; credo nell'amore, perché lo conosco, ne do e ne ricevo (anche se pensavo di averlo perso per sempre: niente è per sempre); credo nell'assurdità (nonsense) dell'esistenza, quindi credo che una buona risata mi salverà da tutti i mali; infine, credo di essere me stesso


[da un'idea di Ubi]

mercoledì 30 marzo 2011

corsa ad ostacoli

ho passato tutta la vita a gettare il cuore oltre l'ostacolo: ora sono un uomo senza cuore, che sbatte contro tutti gli ostacoli, perché non è più in grado di vederli e nemmeno di evitarli

lunedì 28 marzo 2011

Il mio Blog è più vivo che mai

Gli "opinion maker" del Web possono andare automaticamente affanculo.

venerdì 25 marzo 2011

Fukushima e dintorni

A proposito di Nucleare e di incidenti.


Ho imparato che quando le fonti "ufficiali" dicono che certe informazioni sono "delicate" vuol dire che stanno giocando col nostro culo e non vogliono condividere nemmeno quel poco che sanno.


I responsabili dell'impianto nucleare giapponese divenuto tristemente famoso in questi giorni non condividono le informazioni sul reale stato dei reattori. Oppure ne sanno troppo poco. In entrambi i casi, la situazione preoccupa.


D'altra parte, chiunque si occupi di sicurezza in maniera seria e professionale (in qualsiasi campo) sa che l'espressione "sicurezza assoluta" è un falso ideologico. Perciò il "nucleare sicuro" non esiste, così come non esiste l'automobile sicura, l'aeroplano sicuro e nemmeno il fiammifero sicuro. Si tratta allora di valutare i rischi a cui ci si espone di fronte a questi diversi casi. Non è discutendo attorno agli incidenti (nel nucleare come negli altri campi) che si possono valutare i rischi. Gli incidenti sono eventi che possono essere previsti fino a un certo punto. Per il resto c'è la Legge di Murphy. Il rischio invece dipende dalla probabilità di eventi negativi e (cosa spesso misconosciuta) dall'effetto che ciascuno di tali eventi può provocare (di solito si prende in considerazione il famoso "caso peggiore").


Esempio: so che se fumo una sigaretta, la probabilità che io mi ammali di tumore alle vie respiratorie aumenta di un tot. Nel caso in cui io mi ammali, le conseguenze (effetti) sono evidentemente piuttosto negative: si va dal peggioramento della qualità della vita (chemioterapia) fino alla morte.


Per dirla chiara: io personalmente sono contrario ad aumentare il mio rischio di morire di "certe" malattie (leucemie, cancro alla tiroide), quindi sono contrario alla costruzione di nuove centrali nucleari, indipendentemente da eventuali incidenti.


Per lo stesso motivo, sono fortemente interessato allo studio di metodi efficaci per evitare che le scorie radioattive dei diversi reattori oggi in funzione (nel mondo) possano aggravare i rischi per la salute. In questo campo, non mi sembra che si stia facendo molto, purtroppo.

lunedì 21 marzo 2011

La composizione dell'Universo

L'Universo è per metà magia e per metà cazzate.


Come dite? la magia non esiste? Ok, tutte cazzate!

mercoledì 9 marzo 2011

Crederci

La realtà è quello che si rifiuta di andarsene quando smetto di crederci.


-- Philip K. Dick

martedì 1 marzo 2011

Basta

Nell'Universo c'è un sacco di spazio.


Fra un atomo e l'altro c'è un sacco di spazio.


Nella mia testa no. È piena zeppa di roba.

venerdì 21 gennaio 2011

Nevica

21012011


Nevica. I miei capelli sono bianchi da un pezzo.


Nevica. Com'è lontano l'inizio di questo secolo, come l'inizio di tutti quei cambiamenti.


Nevica. Non si cammina bene. Si pensa peggio. All'orizzonte c'è nebbia.


Nevica. Ma tanto prima o poi smette.