giovedì 27 ottobre 2005

La Rupe Tarpea



Nell'Antica Roma, i bambini che nascevano come me (miopi, con il ginocchio valgo e il resto del fisico carente) venivano gettati dalla Rupe Tarpea.

Altro che vitamine, occhiali, vaccinazioni ! E soprattutto non c'era la falsa pietà da un mondo che ragiona, sotto sotto, ancora con quei "valori" !

mercoledì 26 ottobre 2005

Anche oggi

Due pacchetti di crackers, succo di albicocca 200ml: il mio "pranzo". È confortante sapere che non posso mangiare questo e quello, che devo limitare i carboidrati, evitare gli zuccheri, fuggire l'alcol come la peste. Pizza e birretta, uscite fuori dalla mia vita ! Son soddifazioni !

In cambio, rischio meno di finir diabetico e quindi, che so, cieco o menomato di altre importantissime funzioni vitali. Allontano il giorno dell'infarto. Avrò più giorni (forse) nella mia singolare vita, meno vita nei miei prevedibili oziosi giorni.

Quasi quasi, preferirei essere colpito da un attentato in Metro. Per oggi neanche quello: sono in macchina.

Vado in pasticceria a rifarmi una vita: babà e caffè !


mercoledì 19 ottobre 2005

Sono Paranoico



Ah, ah, ah, ah !!!

giovedì 13 ottobre 2005

S

Sono ciò che scrivo.


Spesso non sono io a scrivere, ma lo scrivere entra dentro di me e si fa parola scritta.


Sono i momenti migliori.

mercoledì 12 ottobre 2005

Scriversi

Scrivere, sì: con le dita legate. Come se svegliarsi ogni mattina fosse una prova superata. Come se fosse scriversi, tagliandosi le vene per farne uscire inchiostro di sangue e sentimenti. Per chi non vuole leggerli. Allora richiudersi, rattrappire le dita, fissarsi nell'immagine che uno specchio si rifiuta di riflettere, che l'occhio non vuol vedere. Esserci. Scriversi. Versi. Sì.

venerdì 7 ottobre 2005

Che bella sorpresa !

Inseguendo un commento, trovo questa opinione a proposito del mio Blog, e non solo ...


Chi l'avrebbe mai detto ! Sono molto piacevolmente stupito di tanta attenzione. Senza parole.

giovedì 6 ottobre 2005

Nostalgia

Che brutta bestiaccia, la Nostalgia !

Nasce là dove la memoria si piega ai sentimenti, vive nei punti nascosti, palpitanti e vivi di quello strano meccanismo umano che chiamiamo "mente".

Riporta vecchi odori, sentiti di sfuggita, legati a quei momenti che vorresti aver dimenticato, come convintamente credevi, finché ... La piega di un sorriso, amaro e unico, ti riporta a qualcosa che potresti aver soltanto immaginato, ma così bello che ti sembra di averlo davvero sognato.

La Nostalgia evoca fantasmi, situazioni che non tornano, affetti persi, che ritornano a bussare dai vetri di una finestra sgangherata, che non si apre, che da tanti e tanti anni non apri. "Per sempre" o "mai più" non fanno parte del tuo vocabolario: li cacciasti dal cuore senza appello.

Una voce, dal telefono distorta, una distanza che non fu colmata, o forse fu inventata per evitare altro dolore, altra complicata contorsione, quella voce che ti rimase dentro, come il soffio del vento nell'inverno di un sentimento che andava e non tornava, e sempre più lontano andava.

Un colore, un lampo, forse, degli occhi visti e poi non visti, persi ancor prima di averli conosciuti e diversi da tanti altri, angosciosamente dolci e tristi. Amarezza di un'anima scontrosa, rara, preziosa, sconosciuta a sé stessa.

Freddo contatto ruvido, impreciso di una giacca che non trasmette altro che immaginazione del corpo in essa contenuto e vivo, e unico, effimero contatto, ravvicinato ma non troppo.

Suono che all'improvviso lacera illusioni, sogni, speranze, a separare ciò che non fu unito: scommessa persa prima che giocata, gorgo del nulla in cui finiva quella giornata.

La terra manca sotto ai piedi svelti che si allontanano da un luogo testimone di ciò che sta nell'improbabile, e tale avrebbe forse dovuto rimanere. Doloroso è fuggire da una felicità anche soltanto immaginata, da un lampo che illumina una vita.

Nostalgia, tutto questo oggi riporti, e non so dirti "vattene via", non so raccogliere in pianto quel che sento, non so ucciderti per eutanasia.

Resto, da solo, a scrivere e a pensare: altro non saprei fare, Nostalgia !

mercoledì 5 ottobre 2005

Ho perso il filobus

Quando andavo a scuola, si usava spesso dire: "Ho perso il filobus del discorso". Stravolgere i proverbi era quasi uno sport: serviva a sentirsi "nuovi", diversi da tutto quel vecchiume che ci soffocava.


Le abbiamo "inventate" noi, le camicie colorate: a righe, a fiori, a scacchi, purché colorate, diverse da quelle bianche, col colletto rigido, inamidato, che distinguevano allora gli impiegati e quelli che oggi chiameremmo i "manager". Immancabile la cravatta scura, al massimo in stile "regimental", per i più "sportivi". Noi no, non la portavamo la cravatta. Bottone del collo slacciato, a volte due.


Fu scandalo quando le ragazze, trascinate dalla nuova moda della minigonna, arrivavano a scuola con le gambe scoperte, molto più scoperte di come si fossero viste fino ad allora. E noi ragazzi scoprivamo quanto fosse "interessante" ciò che si trovava "sopra" le ginocchia delle ragazze. Certo, non tutte. Ma quelle che disapprovavano la nuova moda della minigonna continuarono ad indossare il buon vecchio grembiulone nero o blu, che tutto nascondeva, dalle spalle alle caviglie, quasi un "burka" di cui si è persa memoria.


Capelli lunghi, quando ce li avevo tutti, li portavo anch'io, con molto orgoglio: la mia abbondante chioma biondo-cenere, il ciuffo con l'onda, naturale espressione dei miei capelli ricci, attirava molto la curiosità femminile. Toccavano, e chiedevano. Gloria di breve durata, purtroppo. Ma qualcosa ci fu.


Quanta apparenza, quante abitudini cambiarono in quegli anni: diversa concezione della donna nella società, diverso ruolo e diffusione della cultura, diversa considerazione di ciò che era "diverso". Semi da cui nacquero le femministe, l'università aperta a tutti, il ripudio della guerra, la voglia di viaggiare per conoscere.


Ora mi guardo intorno e mi sembra di aver perso il filobus del discorso.

lunedì 3 ottobre 2005

Maybe tomorrow ...


Been down and I’m wondering why
These little black clouds keep walking around
with me, with me
Waste time and I’d rather be high
Think I’ll walk me outside
and buy a rainbow smile
but be free, be all free
So maybe tomorrow I’ll find my way home
So maybe tomorrow I’ll find my way home

I look around at a beautifiul life
I been the upper side of down;
been the inside of out but
we breathe, we breathe

I wanna a breeze and an open mind
I wanna swim in the ocean,
wanna take my time for me,
it’s all free

So maybe tomorrow I’ll find my way home
So maybe tomorrow I’ll find my way home

So maybe tomorrow I’ll find my way home
So maybe tomorrow I’ll find my way home


Forse domani ...