sabato 27 dicembre 2014

27 dicembre

Si sta. Il dolore -forse- è passato. Il passato è sempre un po' dolore.

Il freddo si fa sentire, la stagione per me peggiore dell'anno non si smentisce.

Meglio non pensare al domani: potrebbe essere peggiore. Meglio distrarsi. Un cielo di stelle ha ben altro a cui pensare, che non a me.

Notte -magari- senza sogni. Segue giorno come un altro. E non sarebbe male.

mercoledì 12 novembre 2014

Tutti Philae con la Rosetta degli altri

Dunque, una decina d'anni fa, quando la sonda Rosetta è stata lanciata con destinazione cometa, io mi occupavo di tutt'altro. Stavo dietro all'infrastruttura che tiene in piedi (per citare una delle cose più importanti) la Banca Dati dei Trapianti di organo, dove si incrociano richieste e disponibilità, con tempi di reazione dell'ordine di qualche minuto, massimo un'ora, da quando la richiesta viene soddisfatta a quando parte l'eliambulanza con gli organi da trapiantare verso la Sala Operatoria col paziente in attesa di trapianto. 

Facevo, sempre a livello infrastrutturale, altre cosucce utili a salvare vite umane, a migliorare qualità della vita di persone colpite da malattie, a garantire le informazioni affidabili e tempestive che servono per un Servizio Sanitario moderno ed efficiente.

È vero, non mi sono occupato più di tanto di una sonda spaziale che partiva alla ricerca di amminoacidi su una cometa. Avevo altro da fare. E oggi che la sonda è arrivata a destinazione non mi sembra "un grande passo per l'umanità", ma il risultato di attività piuttosto auto-referenziali. Perdonate.

martedì 11 novembre 2014

1 novembre 2010

Sono passati ormai più di quattro anni, da quel primo novembre 2010, quando arrivò la telefonata che non lasciava più speranza. Arrivò dopo un lungo periodo di sofferenza, per lui e anche per me. Non seppe mai che cosa stavo passando, lui eterno lavoratore, ex sindacalista: non avrebbe capito perché, dopo quasi 35 anni di lavoro ininterrotto, ero stato lasciato a piedi.

Lui soffrì per i suoi quasi 90 anni, e perché ormai non voleva più vivere. "Decubito": che bella parola, sembra quasi un'onorificenza. "Ha ottenuto il decubito", una specie di vitalizio ad honorem. E invece no. Sono piaghe, sparse per tutto il corpo, soprattutto la schiena, che si infettano molto facilmente. E un organismo di quasi 90 anni, ex fumatore, da tempo diabetico, non ce la fa più a guarire. Le pomate, gli antibiotici, tutte le cure del mondo richiedono sempre la "collaborazione" del corpo che le riceve. E invece in quelle condizioni la collaborazione non c'è, la voglia di andare avanti è evaporata, volata chissà dove.

Così cominciano le corse all'ospedale, le nottate in corsia, senza speranza, le dimissioni con una scrollata del capo, più eloquente di qualsiasi diagnosi. Una, due, quante? Non ricordo, forse tre o quattro. Fino all'ultima volta: ricovero in un ospedale specializzato per malattie gravi e spesso terminali, incurabili: postumi di infarto grave, di ictus, di infezioni stupide ma difficilmente curabili, appunto.

Infine, quando sembra che forse c'è una ripresa, che ci possa essere una speranza di poter festeggiare insieme i famosi 90, ecco che arriva la telefonata. Chilometri di corsa con la testa zeppa di pensieri, diluvio fuori e dentro, stordimento. Si arriva davanti a qualcuno che dentro il suo camice fornisce la versione scientifica della realtà. La realtà ha sempre ragione, e il suo corpo adesso è all'obitorio.

"Domani è il 2 novembre, non si fanno funerali" sentenzia l'uomo delle pompe funebri. Così quel povero corpo viene conservato in frigo. Così c'è un'altra notte di assurdità fra la sua morte e la terra fredda che lo accoglierà. Dopodomani.

domenica 19 ottobre 2014

Fino alla morte

Che ne sapete voi, dei miei dolori, dei miei segreti amori, degli odori di vita-o-borsa oppure morte, di quanti disonori porta la sorte, di quante sere storte, e storie senza storia...

Porterò tutto con me, fino alla tomba, e l'ombra del sospetto mi farà compagnia.

A ognuno la sua via, che se ne vada, via, lontano, ché a farmi male sono capace anche da me, da solo.

Restano immagini di false speranze che nessuno mai nessuno può sottrarre al loro destino marcescente: illusioni.

E pure luci, ombre, luci, tepore e fuoco bruciante, ghiaccio più caustico del fuoco, e grandi lontananze, come se alcuno più non esistesse, né mai fosse esistito mai.

lunedì 13 ottobre 2014

Autostima

Sono stato fatto oggetto, in questi giorni, di un paio di attacchi personali. Oh, niente di che, solo roba online. Però ho riflettuto.

1) A scuola ho avuto sempre buoni voti, pure studiando pochissimo. Quindi tanto deficiente non sono [*].

2) In trentacinque anni ininterrotti di lavoro, sono spesso stato lodato per le mie soluzioni brillanti (a volte senza ricevere un congruo corrispettivo economico, ma quella è un'altra storia). Quindi tanto inutile non sono [*].

3) I colleghi e gli amici mi adorano e anche oggi, a distanza di anni, mi ricordano con piacere e affetto. Quindi tanto asociale non sono [*].

4) Bene o male ho tirato su tre figli, che mi vogliono un mondo di bene e si stanno facendo strada nel mondo. Quindi tanto egoista non sono, meno che mai egocentrico [*].

Preferisco usare le mie capacità razionali, anche se non resto insensibile ai sentimenti. Valuto le critiche e non le prendo per buone al primo colpo: mi piace che mi convincano di che cosa ho sbagliato (se ho sbagliato), così come mi piace convincere, mai costringere. Queste sono caratteristiche che non cambierei per niente al mondo. Sono così: prendere o lasciare.

Ultimo ma non ultimo, non sopporto quelli che, arrivati al punto in cui dovrebbero "lasciare", allontanarsi spontaneamente da me, riprendersi la loro libertà e restituirmi la mia, invece mi restano attaccati come le cozze sullo scoglio. Di solito, se ne ho voglia, li faccio a pezzi piccoli, altrimenti comunque li stacco e lascio che tornino a vagare nel mare della loro incoerenza. E vaffanculo.

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Nota: [*] di questo sono stato "accusato".

martedì 7 ottobre 2014

In silenzio

I bambini come me di solito muoiono alla nascita. 

Un'altra possibilità mi fu data a 16 anni. Non la colsi e fu molto doloroso. 


Ora sono qui e mi faccio largo nella vita a colpi di spada. 


Mi siete inutili per la maggior parte. 


Morite in silenzio.

lunedì 6 ottobre 2014

Autunno

In autunno cambiano le cose. Per me è sempre stato così.
Come foglie ormai inutili, alcune cose cadono a terra, altre nasceranno, forse, a primavera.
"Abituarsi" è la chiave: la realtà ha sempre ragione. Camminare, correre, cadere, rialzarsi. Non smettere di aver voglia di correre. Combattere lo spirito dell'autunno, che suggerisce la morte.

lunedì 16 giugno 2014

la cura interrotta

In genere sono un bravo paziente: quando il medico mi assegna una cura, la seguo scrupolosamente fino alla fine. Per le altre iniziative che intraprendo per il mio benessere non posso dire altrettanto. Sono sicuro che, se mi iscrivessi in piscina, ci andrei forse per il primo mese, poi basta.

Un tempo avevo sul comodino una pila di libri iniziati e lasciati a metà, forse due terzi. Ho imparato a leggerne uno per volta, e soprattutto ho imparato a procurarmi libri che mi interessano e che leggo tutti di seguito.

Anche per molte altre cose della mia vita succede lo stesso: mi piace quando le cose iniziano ad accadere, poi perdo interesse, a meno che non riesca a vederle come un continuo inizio. D'altra parte è vero che nessuno riesce a nutrire interesse continuativamente per tante cose diverse. Molte persone, che io sappia, hanno un singolo interesse, tutto il resto è noiosa quotidianità. Il mio hobby principale è dare inizio. Non importa a che cosa: di solito cerco di fare in modo che siano cose significative, ma non sempre.

Così succede che smetto, magari poi riprendo, poi smetto, poi decido se è davvero il caso di continuare la cura oppure di interromperla.

sabato 17 maggio 2014

Una serata brutta

Una serata brutta, con tosse, mal di gola, mal di stomaco. Il tempo è incerto, ma continua a passare alla solita velocità. Stanotte magari non si dorme. Domani è un altro giorno, mia cara Scarlett.


sabato 8 febbraio 2014

Saggezza popolare

Dice: quando c'è la salute, c'è tutto.

Appunto. Capita che certi proverbi facciano riflettere sulle priorità, su quello che di solito non si considera, perché è scontato.

Anche la salute può essere in saldo. Scivola lentamente da un decennio all'altro, da un anno all'altro, da un mese all'altro, giorno dopo giorno. Com'era dieci anni fa? e venti? non ho voglia di ricordare.

Nel futuro c'è sempre una Primavera.

Quasi sempre.

martedì 7 gennaio 2014

2014

Tutto continua, o ricomincia ogni giorno. Ci sono convenzioni che affermano il contrario, ma sappiamo che non è vero: servono soltanto per cercare di dare un minimo di organizzazione alla vita in una società.

Ogni volta che ci penso mi meraviglio che il turbinio delle particelle che compongono il mio corpo si tenga insieme, abbia una consistenza semi-solida. E così per tutti gli altri esseri che osservo intorno a me. Quanto spazio vuoto è contenuto in ciò che chiamiamo "corpi solidi tangibili"!

Ancora una volta siamo un puntino infinitesimo nel fuoco del fiammifero di un dio che si sta accendendo la pipa, e prima o poi soffierà per spegnere la fiamma. Inutile pregarlo, non ci sente, anzi non sa nemmeno che esiste qualcosa, quaggiù.

Buon 2014, convenzionalmente.