sabato 30 ottobre 2004

Testamento

Il mio problema è che non voglio invecchiare. Forse dipende dal fatto che non so invecchiare. Tutti si aspettano da me che mi comporti come un uomo di 50 anni. Che non pretenda di fare sesso 2 volte al giorno. Che non mi lasci trasportare da una musica che mi piace. Che non faccia ragionamenti da quindicenne. Che trovi tranquillità e serenità in situazioni che non so come sono entrate a far parte della mia vita.

E fin quando sono gli altri, a pretendere che io "faccia il cinquantenne", posso combatterli, ingnorarli, mandarli affanculo. Quando invece è il mio corpo che "presenta il conto", non posso.

Già una volta ho "fatto testamento" sul blog, ma allora i motivi erano diversi. Ora non mi resta che raccogliere le idee, e decidere chi è più degno di quel poco che ho da lasciare. Farò presto una lista.

venerdì 29 ottobre 2004

Donna ideale

Eccola qua, la mia donna ideale. Ma non ditelo a mia moglie, che le somiglia ma è bionda ..



giovedì 28 ottobre 2004

Superiorità culturale

Quando è troppo è troppo !

Si dice spesso (a sproposito) che gli USA sarebbero all'avanguardia rispetto alla vecchia Europa, in molti campi.

Io personalmente preferisco l'Europa: poi giudicate voi ...




mercoledì 27 ottobre 2004

Forno a luci rosse

Premessa.
Nel quartiere dove abito c'è un fornaio. Non che sia l'unico, però è quello più "antico" e soprattutto quello dove spesso vado a comprare il pane, quando mia moglie non lo porta da Frascati, dove lo fanno più buono.

Nel negozio lavorano: il "vecchio", che si dedica solo alla produzione del pane e non si vede quasi mai, il figlio, che spesso serve dietro il bancone, e la di lui moglie, normalmente presente dietro al bancone, gentilissima coi clienti, nonché attenta cassiera. La coppia ha due figli piccoli e abbastanza pestiferi.

Scena Prima.
Circa un mese fa ero appunto entrato dal fornaio, la sera, tornando dal lavoro, per prendere un po' di pane e un litro di latte, come chiedeva l'sms coniugale.

Non feci a tempo ad entrare, che si svegliarono l'Angioletto e il Diavoletto che sonnecchiano dentro di me.
Diavoletto: "Anvedi quella ! E chi c'hanno messo, dietro al bancone, Lolita ?"
Angioletto: "Sei sempre il solito ! Non lo vedi che è una timida e giovane fanciulla, sicuramente bisognosa di lavorare. L'avranno messa lì per aiutare un po' coi clienti".
D.: "Sarà pure timida e giovane, ma è bona più del pane ! Questa coi clienti aiuta, te lo dico io, specialmente con gli uomini !"
A.: "Uffa ! Sei il solito porcaccione, ecco cosa ! Dài, prendiamo pane e latte e filiamo a casa !"
D.: "Vabbè, vabbè ! Però la schiacciatina gliel'avrei data, piuttosto che chiedergliela .."

Messi a tacere i due litiganti, torno a casa e racconto la scena a mia moglie.

Scena Seconda.
Qualche giorno fa, ritorno al panificio, sempre la sera. C'è solo la signora fornaia, dietro al bancone, che parla a bassa voce con un amico o forse un parente. Prendo soltanto il latte, stavolta, ma faccio in tempo a captare un frammento di conversazione:
Fornaia: "Ah, sì, ma torna ! vedrai che torna ! coi bambini piccoli .. lo denuncio per abbandono di minori !"
Amico: "Tu comunque fa' una denuncia cautelativa ai Carabinieri .."
Pago, saluto ed esco con discrezione.

Scena Terza.
Ieri sera, torno di nuovo dal fornaio. C'è un po' di coda, gente che aspetta il suo turno. Nel retro, si sente la voce del fornaio giovane, che parla, forse al telefono, forse col padre. La fornaia serve un po' di clienti, velocissima, poi fa: "Scusate un attimo" e sparisce dietro. Dal retrobottega si sente chiaramente la voce della fornaia, anche perché urla con tutto il fiato che ha in corpo: "No, perché tu la commessa l'avevi presa perché te la volevi inculare !".

Dentro di me, ho sentito Diavoletto che sghignazzava:
"Te l'avevo detto ! C.V.D. !!"
e Angioletto che non sapeva più che dire, dove andarsi a nascondere ..

Rientrata dietro il bancone come se niente fosse, la fornaia finisce di servire i restanti clienti, io pago e resto col dubbio: ma poi, il fornaio la commessa .. se la sarà inculata ?

martedì 26 ottobre 2004

Un piccolo grande vuoto

Ieri non sapevo che sarebbe stata l'ultima volta. Sono salito in macchina come al solito, dopo aver accompagnato i bambini a scuola. Ho acceso l'autoradio, come al solito. Sono andato al lavoro, come al solito. Dopo mangiato, avevo appuntamento con il mio amico Enzo per una passeggiata e un caffè: era parecchio tempo che non ci vedevamo. Ho preso le chiavi della macchina, e siamo andati al Centro Commerciale, come facciamo spesso. Parcheggiando al Centro Commerciale mi sono accorto che non c'era già più. Quei bastardi degli ingegneri della VDO hanno pensato bene di progettare un frontalino dell'autoradio molto .. maneggevole: è una specie di bottone, grande come un pollice, che si inserisce nell'autoradio e la fa funzionare. Quando si chiudel la macchina, conviene portarlo con sé, nell'apposito porta-bottone che ti forniscono come portachiavi. Cosa che faccio sempre, per evitare che mi rompano un vetro per rubare un'autoradio difficile da rubare. Ma quel porta-bottone lascia facilmente cadere il bottone/frontalino dell'autoradio, e diverse volte l'avevo recuperato in extremis, vicino a qualche tombino. Ieri no. Ieri non me ne sono accorto, e quell'infame è scivolato via chissà dove.

E stamattina, durante il silenzioso percorso in macchina ho sentito un piccolo grande vuoto.