sabato 24 gennaio 2009

La Società maleducata

Piano piano, giorno dopo giorno, quasi senza che ce ne accorgiamo, la Società si va trasformando. Accade naturalmente. È accaduto per millenni, e non c'è nulla di strano.


Il fatto per me singolare è che questa nostra Società, almeno quella che conosco direttamente nella mia esperienza quotidiana, naviga sempre più verso comportamenti che io definisco "maleducazione". Sono nato e vissuto in una famiglia e in un ambiente (economicamente povero e semplice nelle sue manifestazioni) in cui il "rispetto" per l'altrui persona si respirava ad ogni passo. Magari eravamo coperti di stracci, ma quando ci mancava il sale per cucinare chiedevamo gentilmente e rispettosamente ai vicini, ai compagni. Viceversa, quando avevamo qualcosa in più degli altri, semplicemente e con modestia, la offrivamo per la gioia di tutti. Ricordo di aver lasciato (con rimpianto, ma soprattutto con amore) i miei adorati pupazzetti di pezza ai miei compagni di giochi, quando cambiammo quartiere.


Oggi invece si respira la superbia del privilegio. Si compete per qualsiasi cosa, si sente il dovere di "mostrare" che si è "più forti" in ogni senso, in ogni piccola manifestazione della quotidianità: non parlo del lavoro (dio sa quanto si lavorerebbe meglio senza invidie, soprusi e sgambetti fra colleghi), ma del parcheggio, delle file alla Posta o dal medico, dei negozi, perfino del camminare per strada. Fare quattro passi sul marciapiede (ammesso che esista e non sia invaso dalla prepotenza di certi veicoli) è diventata una specie di avventura in una jungla urbana (i piccoli paesi però non fanno eccezione), dove bisogna continuamente guardarsi attorno per evitare "aggressioni" di ogni tipo.


In questo scenario, riconosco che molti hanno ancora rispetto del prossimo, e spero che riescano a tramandare questa loro "anomalia": per questo non mi vergogno di insegnare ai miei figli questo strano comportamento.


Cordiali saluti a chi legge.