venerdì 1 aprile 2016

31 x 2


Sessantadue è un bel numero: è il prodotto di due numeri primi distinti, quindi, seguendo la mia definizione[1] è un "numero terzo" perché ha esattamente tre divisori distinti maggiori di uno: 2, 31 e 62. Sta in compagnia di tutte le potenze terze dei numeri primi e di tutti gli altri numeri che sono prodotto di due numeri primi distinti.

Si prova una certa soddisfazione ad essere giunti a questa età, insieme con altrettanto sgomento. Quando ero bambino sentivo parlare di malattie terribili, che strappavano le persone ai loro cari in maniera inattesa e crudele, in un'età che avrebbe consentito loro di fare ancora milioni di cose. E pensavo: chissà come sarà la mia vita, quanto sarà lunga o breve, grigia o felice, noiosa o piena di novità.

Ora mi guardo intorno (non mi piace l'espressione "guardarsi indietro", come se non ci fosse più un "davanti") e vedo tante cose, come non avrei mai immaginato, come se avessi vissuto tante vite, come se stessi vivendo l'ultima o la penultima.

Mi guardo intorno, appunto, e vedo qualche rimorso, qualche senso di colpa, un grande senso di imperfezione mai colmata, una corsa al galoppo che è arrivata fin qui. Rimpianti? Non ne vedo. Vedo tante cose che non avrei mai immaginato, eppure ho una fertile immaginazione, ma come mi ripeto spesso "la realtà ha sempre ragione".

La realtà non riguarda solo me stesso, coinvolge gli altri, persone che senza di me sarebbero state altre, e perfino persone che senza di me non sarebbero state. Così come io senza alcune di esse sarei ben diverso o non sarei affatto.

Non è facile trovare un equilibrio fra l'orgoglio, la presunzione di essere il più bravo da una parte e l'umiltà, la modestia di sentirsi uno dei tanti, un granello di sabbia nel deserto dall'altra. Non so se ci sono riuscito, forse no, ma ci ho provato. Non credo che avrò altre opportunità per trovare finalmente quell'equilibrio. Ma non importa. Ognuno sbaglia a modo suo, l'importante è non sbagliare "con la testa degli altri", e su questo posso stare tranquillo.

Che cosa farò domani? Ci penserò domani. È una citazione banale, però mi piace.

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[1] Teoria dei Numeri Ennesimi -- che ho esposto in un mio piccolo trattato