giovedì 24 agosto 2017

Un anno fa

Un anno fa ero al quinto piano dell'Ospedale, reparto Chirurgia d'Urgenza, in attesa di una decisione da parte dei medici. Scese la sera, poi la notte. Le consuete procedure ospedaliere erano ormai concluse. Nel letto accanto al mio c'era un giovane che, giocando a calcio, era stato colpito duramente allo zigomo: si temeva che potesse perdere un occhio, e l'indomani sarebbe stato operato.

Sembrava che ormai si potesse dormire tranquilli, o quasi. Infatti dormivo da un po', quando sentii muoversi il letto. Subito pensai che qualche infermiere fosse venuto per cambiare la flebo o prendermi la temperatura, o che ne so. Aprii un occhio: nessuno. Dopo qualche secondo il letto ricominciò a muoversi, nell'altro verso. Il ragazzo si svegliò e mi chiese: "Ma che cos'è?". Risposi: "Il terremoto!" e poi subito dopo, vedendo che era piuttosto agitato: "Tranquillo, tanto se succede qualcosa, siamo già all'Ospedale".

Il giorno dopo, mentre aspettavo in corridoio il mio turno per la TAC, vidi arrivare i primi feriti del terremoto, in eliambulanza. Ne vidi passare uno accanto a me, su una barella coperta, e sentii i medici che si consultavano su come fargli le radiografie: "E qui da dove cominciamo? Ha fratture in tutto il corpo..."

Io qualche giorno dopo ero fuori. Il ragazzo calciatore pure, per fortuna senza problemi all'occhio. I terremotati invece restarono là per non so quanto tempo.