L'altro giorno mi sono sentito per telefono con un'amica lontana, che in questo momento è piena di guai fin sopra i capelli: avrebbe potuto avere la voce triste, avrebbe potuto parlare a monosillabi, avrebbe potuto "fare la vittima" di tutte le "ingiustizie" che le stanno capitando. Invece no. La sua voce era squillante, argentina come ai tempi migliori, il suo tono, seppure leggermente venato dalla sottostante tristezza, era coraggioso e deciso, come sempre.
In altri casi, invece, la tristezza, la solitudine, il clima "nero", vengono vissuti come uno stato interno dell'anima, come suggerisce appunto il carattere.
Io, per esempio, sono un pessimista cosmico, ma difficilmente mi lamento. Sono sinceramente attaccato ai miei sentimenti, ma quando me li spengono a secchiate d'acqua non mi piango addosso. Tiro avanti. Si soffre dentro. E il cielo è sempre più blu.