venerdì 15 dicembre 2006

Monologo sull'amore

Si parla tanto dell'amore, senza arrivare a capire davvero che cosa sia.

Lasciamo perdere la (mia) definizione di amore: "dare senza aspettarsi niente in cambio". Questa si applica senza grossi problemi a quei rapporti d'amore che non hanno a che fare col sesso: figli, genitori, perfino amici a volte.

Tornando invece a parlare del rapporto fra uomo e donna (o fra partner, senza discriminare l'omosessualità), per me, l'amore è incontrare una persona, innamorarsi, fare sesso condito di tante sciocche ma divertenti romanticherie, e poi magari col tempo scoprire che quella persona non ci piace: non che sia incompatibile né odiosa, semplicemente non ci piace (e spesso la sensazione è reciproca). A quel punto, ciò che distingue un rapporto d'amore da qualcos'altro è la capacità di accettare quella persona così diversa da quella che ci sembrava di conoscere, la capacità di riuscire a tenere vicina una persona quasi completamente sconosciuta, superando la delusione che deriva dalle tante aspettative iniziali.

E già: la maggior parte delle delusioni, delle "tragedie", discendono più o meno direttamente dalle aspettative, dalle illusioni che (guarda caso) quando si è innamorati sbocciano come fiori a primavera. Ma poi arriva l'estate, con i suoi frutti maturi, e inevitabilmente l'autunno, con le sue foglie che cadono. Basterebbe riuscire a vedere la bellezza delle foglie gialle e rosse cadute da un albero che erroneamente abbiamo creduto sempreverde.

Rimpiangere un passato o peggio un "futuro atteso" che si è verificato soltanto nei nostri desideri e nella nostra fantasia è un grave errore, fonte di molte "tragedie" in amore. Ancora una volta bisognerebbe avere la forza e la saggezza di accettare la realtà così com'è, senza pretendere nulla in cambio.