Sono sopravvissuto. Sì, eccomi qua, nonostante un'ora in piedi dentro una chiesaffollata a sentire il vescovo che faceva il fintosimpatico coi cresimandi e le famigliecattoliche.
Non mi meraviglio più da anni dell'ipocrisia che si respira in certi momenti, in certi ambienti. Dev'essere connaturata. Forse pensano che sia un modo di convivere allegramente.
Il vescovo fintosimpatico si lamentava del fatto che non si "fanno" più preti, i ragazzi di oggi. Ma si sarà chiesto che cosa hanno fatto, in questi ultimi 20-30 anni, lui e il suo Capo (indipendentemente dalla persona fisica) per rendere credibile il "credo", per rendere umano il clero (alcuni ce ne sono, ma non bastano: l'immagine generale è screditata). Provate a chiedere a un giovane (dai 10 ai 20 anni): "che fanno i preti ? a che servono ?". Almeno in Italia, mi sembra che sia venuto a mancare il senso pastorale. Restano i missionari, e pure lì ci sarebbe da discutere (per esempio sull'uso "politico" di certe missioni).
Il rito, la cerimonia hanno origini antichissime, direi primitive. In tutte le comunità, "ritrovarsi" e fare insieme alcuni gesti convenzionali sta a significare "spirito di gruppo", maggiori possibilità di sopravvivenza e di una vita decente.
Fra i cattolici, per la maggior parte, non è più così: sembrano cani che abbaiano alla luna, senza sapere perché.