venerdì 11 novembre 2005

Lo Spettatore

Da tempo ho elaborato quella che chiamo: visione della formica. Quando ero ragazzo, c'era un giardino sotto casa mia. Spesso mi incantavo ad osservare le formiche, che formavano le loro geometrie sulla terra, fra i sassi, sui tronchi degli alberi. Certamente le formiche non riuscivano a "vedermi". Eppure, potevo ucciderne a decine calpestandole, potevo deviarne il cammino, insomma ... per loro ero una specie di ... dio ! Ecco, se esiste, per me Dio è così "grande" che io per lui sono una "formica": non ha senso chiedermi se Lui si occupa di me, della mia vita, se è "buono" o "cattivo" secondo il mio metro. Né ha molto senso chiedermi se io per Lui sono "buono" o "cattivo". Per tornare alla scala umana, chissà se quello che noi chiamiamo Universo è veramente "la totalità di ciò che esiste" oppure c'è qualcos'altro, là fuori, oltre i confini del nostro Universo ... magari semplicemente siamo noi incapaci di vederlo, o magari non l'abbiamo ancora scoperto, come gli antichi che credevano che la Terra finisse alle Colonne d'Ercole !

Detto questo, e non mi sembra poco, aggiungo un'osservazione: la maggior parte delle religioni, la totalità di quelle che conosco, si pone il problema della morte dell'uomo: che cosa succede dopo la morte. In genere, le religioni pretendono di spiegare che c'è qualcosa, raccontano com'è fatto, e altre amenità. Però non conosco nessuna religione che affronti (lasciamo perdere le trattazioni complete e convincenti) il tema: dov'ero "io" prima di venire al mondo ? indipendentemente dal punto preciso in cui si pone l'istante della creazione del singolo "io" (ricordo le discussioni su embrioni, feti e quant'altro), mi sembra che le religioni non affrontino il tema del nostro "lontano passato" ... e mi chiedo: perchè ? non interessa ? magari potrebbe gettare lumi anche sul nostro "lontano futuro", sul "mondo dopo la morte" e così via ...

Fase tre: la mia attuale visione della (mia) vita: il Grande Nonsense. Chi sono "io", affacciato a queste 2 finestre-occhi (per semplificare), che credo di vedere "un mondo di fuori" ? Sono uno spettatore, appunto. Certo, posso interferire, applaudire, fischiare, chiedere che mi venga rimborsato il biglietto ... ma ... non riesco a comprendere chi mi parla di sogni e speranze ... è un problema mio ! sarà che ho preso diverse "mazzate" e delusioni (anche recentemente) ...

Un'amica mi ha detto l'altro giorno: "Vedrai, l'amore tornerà !"
Io pensavo: "Come fai ad esserne così sicura ? E poi, che me ne frega ?"