Ho letto in rete questa frase:
"L'Uomo è un animale e dovrebbe accettarsi come tale"
Non sono affatto d'accordo: quando l'uomo (o L'Uomo, se esite) si ricorda di essere un animale, commette le peggiori nefandezze di cui è capace. Si sente piccolo e mortale, quindi cerca di accrescere il suo "potere", qui ed ora, quasi sempre a discapito di altri uomini, donne e bambini. Si sente autorizzato a soddisfare quelli che chiama "i suoi bisogni", cioè in misura arbitraria la libido, la fame, il divertimento fine a sé stesso. Non è forse per sfuggire all'angoscia di questa consapevolezza che i drogati si drogano ? Vogliono "essere altro", essere "di più". E quanta vanagloria spinge tante persone ogni giorno a voler essere più belli, più ricchi, più alla moda degli altri, e soprattutto "ad ogni costo", senza limiti morali né sociali !
A livello personale, poi, questo fatto innegabile di essere animale non mi porta nessun vantaggio: la mia naturale golosità "animale" potrebbe rendermi cieco un giorno (glaucoma diabetico), così come l'eccesso di testosterone "animale" ha ucciso molti dei miei bellissimi capelli, e la mia prostata "animale" comincia a darmi fastidio e magari mi costringerà ad una banale operazione che potrebbe rendermi impotente, con buona pace del mio desiderio "animale" di avere ancora rapporti sessuali.
I miei occhi "animali" sono belli da guardare (ma l'occhio è lo specchio dell'anima, quindi qui rischiamo di andare fuori tema), ma non sono altrettanto bravi per svolgere la funzione per cui esistono: ho cominciato ad essere miope ed astigmatico all'età di 7 anni, e la mia vista "animale" è andata sempre peggiorando.
Il mio stomaco "animale" e il mio intestino "animale", poi, da un po' di tempo hanno deciso di adeguarsi allo standard, e si fanno vivi con dolori e malfunzionamenti vari.
Conclusione: essere e sentirsi "animali" conviene solo agli esemplari giovani e in buona salute. Fisica e mentale.
Per gli altri, come me, rimane pur sempre Internet.