Quando mi passarono il Modulo, quello con cui si sceglie la Destinazione, non ci pensai due volte e barrai la casella "Essere Umano". Mi avevano detto tutti, lassù, che era bello far parte degli Esseri Umani: si camminava su due zampe, ma non come le galline, si potevano afferrare oggetti con gli arti superiori, ma non come i granchi, e soprattutto si poteva "parlare"! Parlare, parlare di tutte le cose che passavano per la testa. E pure "scrivere": un modo buffo per trasformare quelle "idee" in qualcosa di fisico. Condivisibile. Migliorabile. E anche, perché no, accumulabile e tramandabile ai "posteri".
Quale altro essere vivente si pone il problema dei "posteri": al massimo c'è la cura della prole, per un po', poi ognuno per la sua strada.
Così mi ritrovai a far parte degli Umani. Non che potessi lamentarmi, in verità. Dove mi avevano mandato non c'era la Guerra (era finita da pochi anni), non si soffriva la Fame (solo qualche volta), non c'erano pericolose Malattie Mortali (salvo casi rarissimi).
Passarono gli anni, ma il mio rapporto con gli altri Umani non fu affatto idilliaco. Nel migliore dei casi, li sopportavo. In qualche caso "dovevo" sopportarli. Tutti gli altri li detestavo, in grado più o meno ampio, a seconda della loro vicinanza.
Passarono altri anni, e fui indotto a fidarmi di alcuni di questi Umani. Col senno di poi, non furono buone scelte. Misi tutto nel conto degli "affari dell'esistenza". Dopo tutto, se fossi nato moscerino o pecora, avrei incontrato ben altri problemi.
Alla fine sono qui, seduto sulla riva di questo fiume, lontano il più possibile dalla maggior parte degli Umani, e guardo scorrere immagini che ho già visto, per averle vissute: sogni, illusioni, tragedie, eroismi e viltà, e chissà quante altre cose. Distrattamente, già viste.
Una sola cosa credo di aver imparato: la prossima volta che mi porteranno il Modulo, nella scelta della Destinazione non segnerò la casella "Essere Umano".