sabato 6 novembre 2004

Arte culinaria

Parlando di cene, mi è tornata in mente una cena di molti anni fa, in casa di un amico. C'erano: il mio amico, sua moglie e due "single", fra cui il sottoscritto. Si parlava soprattutto di teatro, perché noi tre, esclusa la signora, frequentavamo un corso di dizione e recitazione tenuto da due bravi insegnanti della RAI: l'insegnante di recitazione era il fratello dell'attrice Valentina Cortese, quello di dizione era un famoso doppiatore, ma non ricordo il nome.

La moglie del mio amico, invece, non si era iscritta al corso perché si riteneva non adatta a questo "hobby". Nessuno di noi era d'accordo su questa sua posizione: era una bella donna, sulla trentina, con una bella voce, occhi espressivi, insomma volendo poteva farlo.

Lei invece si vantava delle sue doti in cucina e, in effetti, la cena che aveva preparato era veramente squisita. Tanto che dell'arrosto era rimasto ben poco, giusto la parte terminale, quella che di solito si taglia via perché troppo piccola per farne delle fette: il cosiddetto "culetto".

A gran voce chiedemmo il bis dell'arrosto. La gentile signora, forse un po' esaltata dal clima della serata, andò in cucina e tornò col piatto dell'arrosto, girandoci intorno e chiedendo:
"Il culetto a chi lo do ?".
Inutile dire che cosa successe dopo. Quel mio amico non ci invitò mai più a cena a casa sua.

Allora pensai: sarà vero che le donne brave in cucina sono ancora meglio in camera da letto ? Ne ebbi conferma qualche anno più tardi, con un'altra donna, che tuttora vive con me.