mercoledì 28 novembre 2007

Life on Mars

Recentemente ho sentito questo ragionamento:

all'inizio, "non si sa di non sapere": siamo "ignoranti" e non ce ne rendiamo conto, basta pensare a come vivono i bambini

seconda fase, "non si sa, ma almeno si sa di non sapere": la chiamerei "socratica", è il tempo del desiderio di apprendere, di studiare

terzo stadio, "si sa e si sa anche di sapere", almeno limitatamente a quel poco o tanto che si è imparato: direi che si tratta del "sapere consapevole"

ultima fase, "si sa, ma non si sa più di sapere": quello che si è imparato diventa talmente consueto che sembra "automatico"

Ecco, vorrei sottolineare che nella mia esperienza l'ultima fase non esiste. Anche quando cammino, cosa che non sapevo fare e che ho imparato ormai molti anni fa', non mi riesce di "staccare" l'attenzione, la coscienza da ciò che sto facendo. C'è chi riesce a guidare l'automobile e contemporaneamente parlare, magari al telefonino. C'è chi cucina e insieme studia le lingue, c'è chi va in bicicletta e pensa alla spesa da fare, c'è chi fa la spesa e si concentra sui figli, sul kamasutra, o più semplicemente sui programmi che vorrebbe vedere stasera in TV.

A me invece non capita. Mentre faccio qualcosa, la "vivo", ne partecipo con tutta la coscienza, o quasi.

Sarà che sono marziano ?