Mio nonno Giuseppe (Peppino, per tutti) all'epoca lavorava già nelle Regie Ferrovie dello Stato, e perciò si trovava lontano da casa.
Se non fosse per questo, sarebbe morto come tutti i suoi parenti, quel 28 dicembre 1908, a Messina.
E io non sarei qui. Scampato. Come quando mio padre riuscì a fuggire ai nazisti, attraversando a piedi le Alpi. Ma questa è un'altra storia.
Ecco perché adoro i treni.