mercoledì 6 aprile 2005

C'era una volta

C'era una volta, tanti (ma non poi tanti) anni fa, un giovane uomo da poco tornato da una lunga guerra. Aveva trovato lavoro come contabile precario (lui, che per colpa dello scoppio della guerra aveva dovuto abbandonare il suo posto di cassiere di banca) presso una ditta di materiale edile.

A fianco a lui lavorava una ragazza, più o meno coetanea, che aveva passato i 5 anni di guerra fra allarmi, rifugi, fame e sofferenze, insieme con i genitori, la sorella e 2 fratelli.

L'uomo e la ragazza si piacquero e ben presto si innamorarono.

L'uomo cambiò lavoro, finché riuscì a trovarne uno un po' più "stabile": si sposarono e andarono a vivere in casa della madre di lui, rimasta vedova. Era il 15 aprile 1953.

Nel giro di circa un anno, nacque un bambino, a cui fu dato il nome Carlo, come il nonno di lei. Se fosse stata una femmina si sarebbe chiamata Teresa, come la nonna di lui.

Vissero in relative ristrettezze, perché lei dovette lasciare il lavoro (fu quasi costretta: erano altri tempi !) e lui aveva solo il magro stipendio di tecnico elettronico. Subirono anche il sequestro dei mobili, e il piccolo Carlo imparò che si può mangiare seduti sulle cassette vuote della frutta, avendo come tavola un asse poggiato su due scatoloni. I vestiti erano sistemati alla meglio sull'unica sedia rimasta: non c'erano più armadi. Niente televisione (roba da ricchi), solo una piccola radio costruita a mano dal padre di Carlo. Abitavano in periferia, quasi in campagna e la sera Carlo e la madre andavano con una torcia elettrica incontro al padre, che tornava dal lavoro. Dopo cena, quando non avevano sonno, ascoltavano i gialli o le commedie trasmesse via radio.