Ero là, quello zainetto quasi ai miei piedi. Non erano giorni da scherzarci tanto: di attentati, soprattutto in metro, e soprattutto in certe "città simbolo", ne erano stati fatti diversi.
Il treno era appena ripartito. Avrei potuto azionare il segnale d'allarme: il treno si sarebbe fermato, avrei potuto segnalare lo zainetto abbandonato, ci sarebbe stata l'evacuazione del treno e forse della stazione. Gente che fugge per la galleria, che si precipita su per le scale, gente colta da malore: un film già visto, tanti anni prima. Tutto sommato, se là dentro c'era una bomba - pensai - aveva fallito il suo scopo: eravamo ormai lontani dalle stazioni centrali, quelle in cui sale e scende tanta gente. Eravamo quasi arrivati al capolinea. Sicuramente sarà stato dimenticato, quello zainetto, non certo abbandonato di proposito. E se invece contenesse davvero una bomba inesplosa, il metodo migliore per farla esplodere è proprio cercare di muoverla. La galleria si snodava scura e informe. Le ruote gracchiavano contro le rotaie il loro canto monotono e greve. Ci fermammo poco prima del capolinea, come accadeva spesso: la linea era affollata di treni, e bisognava aspettare che si liberasse il binario di arrivo. Mi guardai intorno: poca gente distratta e stanca. Guardai di nuovo lo zainetto. Niente. Con un sobbalzo, il treno ripartì, a bassa velocità. Ciondolando rumorosamente sugli scambi, entrammo in stazione. Scesi, deciso a segnalare l'anomalo zainetto al macchinista, ma non feci in tempo. Le porte si richiusero dietro di me.
Erano passati appena cinque minuti. Appena un tratto di penna fra la vita e la morte. Allora immaginai l'altra scena. Con gli occhi di altri. Panico, sangue, buio e puzza di sangue bruciato, mista a fumo di plastica e ferro rovente. Sirene. Inutili soccorsi. Mia moglie che s'incazza perché arrivo sempre tardi. Mi chiama, ma "il numero non è per il momento raggiungibile". Più tardi, bambini che chiedono, piangono. Telefonate disperate. Vicini di casa a tentare di consolarla. Tante occasioni perdute. Ormai.
Arriviamo al capolinea senza "sorprese"; cinque lunghissimi minuti; prima che possa fare qualsiasi cosa, il treno chiude le porte e riparte verso il binario morto dove invertirà la corsa; salgo le scale a quattro a quattro e scavalco la piccola barriera che separa i passeggeri in entrata dalla fiumana di quelli in uscita; presso i tornelli un uomo della sicurezza sta fumando e parla coi controllori; gli dico che sul treno appena arrivato c'è uno zainetto abbandonato, spiegandogli dov'è; mi ringrazia; salgo l'ultima rampa di scale e vado alla fermata dell'autobus .. nessun problema, mercoledì sera, nessuna esplosione .. da qualche parte un ragazzo o un turista si starà chiedendo dove cavolo ha perso quello zainetto .. e la "gente" continua a viaggiare ..