lunedì 23 gennaio 2006

Psicopatologia della Vita Internettiana

Tanto ormai Sigmund Freud si sarà rivoltato nella tomba ... Ho parafrasato il titolo di una delle sue opere maggiori, per parlare appunto della varia umanità che si può incontrare in Internet, dal punto di vista della psicopatologia, appunto, e partendo dalla mia personale esperienza.

Ho iniziato a frequentare Internet una decina di anni fa': non c'erano i Blog, si viaggiava quasi solo via e-mail e avere un sito personale era una rarità e una chicca da sciorinare negli incontri con gli amici, specie se conditi dalla presenza di leggiadre fanciulle ancora da esplorare.

Non vorrei qui perdere tempo a descrivere questa "preistoria". Partiamo dal 1998-99, anni in cui mi sono affacciato all'allora emergente mondo dei Blog. Ci tengo a precisare che le varie manifestazioni del fenomeno "chat", invece, non mi attraevano perché non provavo interesse a scambiare parole con persone che non conoscevo, di cui non mi ero ancora formato un'opinione, giusta o sbagliata che fosse. Coi Blog invece era ed è diverso: mi piace curiosare, leggere, cercare di capire "chi" c'è dietro quelle pagine, siano esse diari piuttosto che brandelli di opinioni.

E proprio qui su "splinder" ho incontrato (virtualmente) una gran varietà di personaggi e "personalità" diverse (psicologicamente parlando). Alcuni li ho successivamente incontrati anche di persona, fuori dal mondo virtuale, e devo dire che si sono confermati per quello che ero riuscito a captare attraverso i nostri contatti eterei. A volte persino migliori.

Un'idea che ho maturato durante questi anni è che una parte consistente di coloro che aprono un blog (e ci scrivono, più volte a settimana) ne hanno "bisogno" come ausilio a certe loro nevrosi, come confessionale di problemi irrisolti o irrisolvibili, come elemento di cura di un "sé" che cerca di esprimersi e affermarsi, a dispetto di ciò che forse accade nella vita quotidiana, o magari come rivincita su certe situazioni del mondo cosiddetto "reale".

(continua ...)