Chissà quanti, a partire dall'adolescenza, abbiamo cominciato a scrivere, spinti da una forza che sentivamo dentro, come un fiume irrefrenabile che ci traboccava fuori in forma poetica ...
Nella maggior parte dei casi, finiva lì: al massimo un quaderno "segreto" su cui scrivevamo (e scriviamo) quello che il cuore ci detta(va).
Qualcuno trova la strada per farsi leggere: io ho cominciato con una compagna di banco, e molti anni più tardi ho trovato Internet. Non è proprio la stessa cosa, ma la considero un'evoluzione, un segno dei tempi.
Qualcun altro trova invece il modo per farsi pubblicare, entra chissà come e perché nel "magico mondo della carta stampata", e a questo punto può succedere che si monti la testa: se è davvero bravo, di solito non succede. Ma se è una mezza calzetta, allora dà libero sfogo alla sua presunzione e si fa chiamar "poeta", con la "P" maiuscola, come "Pirla".