giovedì 16 ottobre 2008

Credevo fosse infarto ...

Credevo fosse infarto, invece era un calesse. Forse quel genio di Troisi ci avrebbe scritto un film. Io invece mi sono svegliato sabato con un brutto dolore al petto, e ho trascorso una brutta giornata al prontosoccorso. Dopo 7-8 buchi in varie parti delle braccia e oltre 12 ore passate là dentro, la Medicina Ufficiale ha decretato che non si trattava di infarto né di altro evento cardio-circolatorio.


Mi sto riprendendo. No, non sto girando un film da solo su me stesso. Sto lentamente superando quell'atmosfera surreale che mi prende ogni volta che "qualcosa" mette in discussione il mio credermi "eterno e inalterabile".


D'altra parte, solo i depressi pensano continuamente alla Morte. Gli altri ci pensano saltuariamente, come se non gli appartenesse.


Sono la solita Fenice, che risorge dalle proprie ceneri, anche se stavolta le ceneri erano di un fuoco fatuo. Meglio. Respiro, a tratti con una certa fatica. Salgo scale e rampe, porto pesi. Tutto regolare. Guido, porto mia figlia a scuola. Faccio la spesa, pulisco casa (poco, in verità). Stendo i panni rossi e quelli blu separatamente, dopo averli lavati separatamente nella lavatrice.


Ma non chiedetemi di tornare a lavorare: non fino a lunedì.