Quando ero ragazzo, non mi piacevano i racconti tristi, tipo "I Miserabili" di Victor Hugo. Raccontavano una realtà forse inevitabile e reale, ma perché concentrare le energie emotive (come succede quando si legge intensamente un libro) su quelle situazioni sgradevoli e indesiderabili ?
Mi sembrava una specie di autolesionismo emotivo.
Così come quello a cui ci si sottopone quando si va al cinema a vedere un film "horror". Preferisco di gran lunga film a sfondo introspettivo, magari, psicologico, sociale, storico, fantascienza, anche quelli di genere biografico, ma senza contenuti violenti né disperati.
Potendo scegliere, "horror" no grazie !