giovedì 25 maggio 2006

Il Grande Freddo / 2




E così sono arrivato solo, a questa età.


Carattere introverso, brutte esperienze, cattive compagnie, chissà. Passo le mie giornate al lavoro, come un pesce fuor d'acqua: certo, interagisco con i miei colleghi, ma dentro di me penso a quanto mi sembrano differenti da come sono io. Molti sono fuori della mia portata, sono "maturi", "grandi".


Il tempo scorre veloce fra attività sempre troppo banali o fastidiose, e diversi giochi solitari inventati con la tecnologia che ho a disposizione o con la fantasia. Piccole differenze fra estate e inverno: una finestra aperta o chiusa, un condizionatore o un termosifone acceso o spento, un maglione, una giacca, una maglietta leggera.


Un filo d'ansia mi prende nel weekend, perché viene a mancare quel minimo alibi e resto troppo libero di guardarmi allo specchio. Ma tutto ricomincia il lunedì.


Non ho più esperienze sentimentali che interrompano questa intima sensazione di solitudine. Al massimo, riesco a dimenticarmene per qualche ora, ma poi mi ripiomba addosso con tutto il suo peso. Ancora peggio quando scopro che la persona a cui dedico le mie energie emotive non riesce ad entrare in questo mio mondo privatissimo. O non vuole.