venerdì 26 maggio 2006

Qui sono libero

Qui sono libero di scrivere quello che mi pare, nei limiti di quanto consentito dalla Legge.


Altrove, perfino in Internet, patria del Libero Pensiero e della Libera Parola, si trovano sit(uazion)i dove parlare senza ipocrisia è considerato "reato".


Sarebbe ridicolo, se non fosse grottesco. Qualcuno apre un servizio gratuito, un forum. Lo trovo, anzi mi viene segnalato. Osservo per un po', poi decido di aderire. Leggo attentamente le "regole" pubblicate. Non ci trovo niente di strano. Scrivo, leggo, commento. Come in mille altri forum a cui partecipo da anni.


Improvvisamente, un mio scritto viene spostato in un'area del forum assolutamente non pertinente, senza che io ne sia in alcun modo avvertito. Me ne accorgo, chiedo spiegazioni ai responsabili, mi si risponde che io lì sono "ospite" e in quanto tale devo sottostare ad ogni operazione decisa dai responsabili. Bella "ospitalità". Contemporaneamente, scopro che altri scritti del tutto simili al mio, ma di altri autori non subiscono nessun "trattamento" particolare.


A distanza di mesi, uno dei responsabili di quel forum si dimette: poiché siamo amici, le telefono e mi spiega che non sopportava più che venissero prese "decisioni" passando sopra la propria testa, senza neanche consultarla.


Sono contento di non aver sbagliato ad immaginare quello che avevo immaginato allora. Non c'è libertà senza onestà intellettuale.