Fra i libri letti nella mia adolescenza, ricordo ancora con piacere "Il Corsaro Nero" di Emilio Salgari, soprattutto per i personaggi che vi sono magistralmente delineati. Ogni Corsaro ha il proprio carattere, i propri difetti (enormi) e le proprie qualità (altrettanto enormi). Non si discute mai sui motivi per cui queste persone hanno scelto la vita da corsari, ma vi si allude spesso, con profondità di analisi psicologica.
Si può discutere, forse, sulla retoricità dei personaggi, sulla ricerca degli "effetti speciali", dell'ambientazione esoterica (finta, perché ormai si sa per certo che Salgari non ha mai visto i luoghi che racconta), ma non credo che possano esserci dubbi sul contenuto "morale" dell'opera, sull'intenzione, neanche tanto nascosta, dell'Autore di affermare la propria visione dei rapporti umani, delle umane passioni e delle relative interdipendenze.
Tutte cose che difficilmente ritrovo nella letteratura contemporanea, e che, in quei rarissimi casi in cui le ritrovo, apprezzo con invariabile entusiasmo.
Chissà che cosa ne pensano i ragazzi cresciuti a colpi di Manga e Playstation.