mercoledì 2 maggio 2007

Primo Maggio a Viale Asia

Capita a volte di voler passare una giornata in maniera alternativa.

Ci si sveglia con una telefonata. Di lavoro.

Si passa quasi tutta la mattina al telefono o al computer. Per lavoro.

Si mangia in fretta, si esce vestiti "alla comeviene", si attraversa la città in festa e si arriva a destinazione.

Non è poi così male Viale Asia alle 14:30 del Primo Maggio: vuoto come uno scheletro di uffici senza volto e senz'anima. Silenzioso testimone dell'assenza di quella folla allucinata di impiegati, bancarellisti extracomunitari, baristi, negozianti, commessi non-viaggiatori, pendolari del posto fisso, consulenti e precari, che di solito l'affoga nei giorni feriali.

C'è posto per parcheggiare davanti al portone, senza strisce blu: sembra un miracolo. Scendo dalla macchina e mi gira la testa. Sarà l'aria afosa. Prendo il computer portatile, chiudo la macchina e mi lascio inghiottire dal portone arrugginito, scuro, bocca di quel ventre informe che ogni giorno, da un po' di tempo, mi mastica via le giornate. Chissà ancora per quanto.

Quando esco si sta facendo buio. Un tramonto così arancione che sembra finto si riflette sulle finestre dei palazzoni in fondo alla strada. Riprendo la macchina e mi avvio verso casa.

Il Primo Maggio è andato. Ma io dove sono ? dove sono stato ? Certamente, non a Viale Asia.