Come spesso mi accade, lo spunto di riflessione mi è arrivato dall'esterno, in questo caso da un'amica.
Mi piacciono le situazioni semplici: quelle in cui tutto è chiaro fin dall'inizio. Le sorprese, quelle vanno bene solo per gioco. Le complicazioni nascoste, mai. Succede qualche volta che sono io stesso a creare complicazioni perfettamente inutili, irrazionali. Ma non credo di farlo in modo nascosto. Sono bravo a cacciarmi nei guai, e spesso ci trascino anche qualcun altro. Per questo mi odiano, e se mi odiassero solo per questo capirei e li perdonerei, gli altri.
Ma più spesso di quanto si possa immaginare, sono gli altri (non tutti, certi altri) che creano (con me, per quello che mi interessa) situazioni complicate, aggrovigliate e soprattutto ben nascoste. Di quelle che colpiscono alle spalle quando meno me l'aspetto. Lo dico ogni volta: possono trovarmi impreparato, perché non alzo diffidenza se non ho motivo, ma questo lo faccio soltanto la prima volta. Quante vittime ho lasciato sul terreno, solo perché mi avevano sottovalutato, scambiando la mia disponibilità, la mia ingenuità per sprovvedutezza o debolezza ! E dopo non sono il tipo che torna sui suoi passi.
Semplificare per me vuol dire anche "perdere il treno" di occasioni che non si ripresenteranno: di fronte al classico detto "ogni lasciata è persa" per me è invariabilmente "lasciata" e persa.