lunedì 6 febbraio 2006

Giornate vuote

Giornate vuote piene di malinconia, giorni di merda, non di malattia, di quelli che fuori non ti fanno urlare, ma dentro li vorresti cancellare. E trascinarsi lungo questa via, con quel dolore che non va più via, con quell'amore che non sai se esiste, o se soltanto ti riduce triste. Con quella rabbia che ti mangia dentro, perché tu fuori non la butti al vento, con quella forza che non serve a niente, se non a farti credere potente. Contro chi cerca di buttarti a terra, contro chi crede ancora in questa guerra, contro chi crede che ci sia un domani, contro le dolorose dieci dita delle tue stesse mani. Non chiedermi chi sono, lo so soltanto io. Non regalarmi il tuo perdono, non vendermi il tuo dio. Non starmi accanto: potresti bruciare, o finire come tutto ciò che non riesco a amare. Potresti vedermi come sono adesso, potresti anche dimenticarmi: per me è lo stesso. Gridare no, gridare non lo so fare: morire dentro, non si può imparare, perché si nasce un po' così, e da quando nasci muori ... E che ne sapete voi lì fuori. Vedete solo i miei malumori, i miei giorni neri, giornate vuote piene di malinconia. Lasciatemi, voglio solo andare via.